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Tornano i Guardiani della Galassia con il Vol. 3, ecco la nostra recensione

A giudicare dalle recensioni uscite dopo le due anteprime a Disneyland Paris, il 22 Aprile, e al Dolby Theatre di Hollywood, il 27, il terzo capitolo dei Guardiani della Galassia si preannuncia divisivo: c’è chi parla di capolavoro, chi non ha mostrato particolari entusiasmi e chi lo ha definito addirittura “raccapricciante”. 

Fatta premessa che i film di supereroi non nascono con particolari pretese, o con gli stessi obiettivi di certi film “impegnati”, proviamo a raccontare il nuovo lavoro del regista americano con un un occhio critico.

Diretto dal regista americano James Gunn, Guardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale italiane il prossimo 3 Maggio e si colloca dopo gli eventi di Avengers: Endgame (2019), Thor: Love and Thunder e Guardiani della Galassia Holiday Special (2022). 

Pur trattandosi di una saga corale, se dobbiamo cercare un protagonista nel nuovo film di James Gunn, quello è sicuramente Rocket: la vita del procione, infatti, viene messa in pericolo da un attacco improvviso a Knowhere, la stazione interdimensionale e base operativa dei Guardiani. L’incursione è ad opera di Adam Warlock, creatura facente parte di una razza umanoide artificiale incaricata di uccidere i Guardiani. L’episodio, in realtà, si rivelerà molto più complesso del previsto e porterà i protagonisti verso un altro obiettivo: Rocket, ferito gravemente, potrà essere salvato solo tramite una password nelle mani dell’Alto Evoluzionario, lo scienziato ossessionato dall’ideale di “razza perfetta” che, sottoponendo le sue cavie a terribili torture, ha creato il procione geneticamente modificato e altre creature ibride.

I Guardiani avranno poco tempo per sfidare l’Alto Evoluzionario e salvare l’amico in pericolo.

Di “raccapricciante” nel film c’è poco: sarebbe meglio definire “fastidiosa” l’ambientazione  della Orgocorp (quartier generale dei nemici), che ricorda tessuti e fluidi umani e qualche figura caricaturale dell’entourage dell’Alto Evoluzionario (lui, invece, è perfido e insopportabile grazie a un bravissimo Chukwudi Iwuji).

Le colonne sonore erano e restano un punto di forza di tutta la saga dei Guardiani: i brani sono delle vere e proprie “chicche” per appassionati, soprattutto per i fan della musica che va dagli anni ’80 ai 2000. Da Since You Been Gone dei Rainbow a Dog Days are Over di Florence + The Machine ci sono canzoni che divertono, enfatizzano e scuotono gli animi degli spettatori.

Nel film emergono diversi aspetti: Peter Quill /Star-Lord (Chris Pratt) è ancora lacerato dalla perdita di Gamora (Zoe Saldana), che ha perso ogni ricordo della loro storia e si è riunita ai Ravagers; Drax (Dave Bautista) che prende coscienza di essere considerato il meno sveglio del gruppo; Groot (Vin Diesel) che sostiene e incoraggia gli amici sempre con le stesse parole, ma che in questa storia più che in altre assumono significati diversi.

Pur essendo un film leggero, Guardiani della Galassia Vol.3 è forse il meglio riuscito e quello che strapperà lacrime anche a chi ha apprezzato meno i due capitoli precedenti: ’accostamento tra il doloroso passato di Rocket e il tema delle sperimentazioni sugli animali è inevitabile e presentato in modo da toccare lo spettatore nel vivo; si piange anche per la riflessione sul significato della parola “famiglia”, che non sempre coincide con quella di origine. È un film che racconta anche la fuga dai propri demoni che si trasforma in ricerca interiore e l’accettazione di una sconfitta, dalla quale trarre forza per poter cambiare il proprio percorso di vita.

Guardiani della Galassia Vol. 3, prima ancora di essere la nuova avventura di un gruppo di amici, è la storia di uno spazio inclusivo in cui c’è posto per esseri geniali, creature d’azione, giullari e anime semplici: sono gli ostacoli a tirar fuori peculiarità e talenti dei singoli, tutti utili, sempre al servizio di un bene più grande. 

Lucia Gerbino

Giornalista specializzata in Musica, Cinema e Serie TV

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