Recensioni

Da leggere ora: ‘Antifragile’ di Nassim Nicholas Taleb

Ammesso che esista un lato positivo nel bel mezzo di una pandemia, il mio è essere riuscita a leggere di più, cosa che non facevo dai tempi dell’università.

Il periodo impone letture leggere, ma se dovessi consigliarvi un solo libro da “realtà post-quarantena”, punterei tutto su un saggio del filosofo e matematico finanziario Nassim Nicholas Taleb che si chiama Antifragile. Prosperare nel Disordine (Ed. Il Saggiatore, €24).

Taleb, nato nel 1960 in Libano, ma naturalizzato americano, deve la sua fama a questo libro del 2012, parte di una trilogia iniziata con Il Cigno Nero (2007) e Il Letto di Procuste (2010). Il percorso iniziato in questi testi è poi diventato un trattato filosofico più ampio intitolato Incerto, nel quale Taleb ha incluso anche Giocati dal Caso (2001) e il recente Rischiare Grosso. L’Importanza di Metterci La Faccia Nella Vita di Tutti i Giorni (2018).

Non è necessario che leggiate tutta la sua opera per capire Antifragile, vi basti sapere che ruota intorno al concetto d’incertezza.

Il “Cigno Nero”, che dà il titolo al libro del 2007, è descritto come un evento di qualsivoglia natura che sconvolge la nostra società: Taleb ne parla alla vigilia della crisi Lehman-Brothers e, nei due testi successivi, spiega come la popolazione possa trarre vantaggio da una catastrofe di quella portata per ricostruirsi.

In Antifragile approfondisce tale concetto e suggerisce quest’idea: le società forti rischiano davanti all’instabilità provocata da un evento imprevisto. Qualunque tipo di pianificazione in momenti come questo è destinata ad andare in malora, poiché non ha tenuto conto del “fattore sorpresa”.

Ed eccoci qui, otto anni dopo la pubblicazione di quel libro a combattere con il nostro “Cigno Nero”: una pandemia mondiale.

In Antifragile domina la provocazione e lo scrittore individua nel rischio (sia personale che lavorativo), l’unica chiave di rinascita possibile in un periodo d’incertezza.

Taleb scrive cose di questo tipo: “Quello che mi uccide fortifica gli altri. Quello che non mi uccide, uccide gli altri.” Il suo non è un invito all’egoismo in senso stretto, ma un invito a preoccuparsi meno di quello che succede al livello collettivo e a pensare a cosa può fare il singolo per uscire da uno scenario di crisi.

Quello che uccide gli altri, dice Taleb, è la mancata assunzione di rischi: tra una rockstar e un impiegato delle poste, la prima ha più possibilità di trarre vantaggio da una situazione d’instabilità perché a quella instabilità è abituata. L’impiegato, dovrà inventarsi qualcosa per uscire da una staticità che pagherà sempre il prezzo di una crisi collettiva e di decisioni che altri prenderanno per lui. 

Forse Antifragile non è un libro per tutti e certe argomentazioni di Taleb sono discutibili (e vanno opportunamente pesate), ma non siete obbligati a condividerle tutte: non l’ho fatto neanche io. Inoltre, avere un’infarinatura di economia, filosofia, tecnologia e letteratura può costituire un vantaggio nella lettura di questo libro. Tuttavia, anche conoscere solo uno di questi argomenti o non saperne assolutamente nulla, lo è: Taleb si spiega in modo semplice e non cerca di rivolgersi a un pubblico “di nicchia”.

Antifragile non è la scelta più ovvia che avrei fatto in libreria, eppure non riesco a non pensare che alla base di questo libro ci sia un’idea valida che, proprio in questo momento storico, merita una riflessione da parte di tutti.

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