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HWG, la cyber security made in Italy che punta al mercato mondiale

Nel 2017 difendersi contro il cyber crime è costato mediamente 11,7 milioni di dollari per azienda, cioè +23% rispetto ai 9,5 milioni del 2016 e +62% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Per questo sempre più aziende stanno correndo ai ripari, assumendo nuove risorse interne che si occupino di cyber security o affidandosi a professionisti esterni del settore: di questo, in occasione del Cybertech 2018 che si è svolto a Roma, abbiamo parlato con i responsabili di HWG, azienda italiana nata nel 2009 e con sede a Verona.

La realtà, tutta italiana, offre servizi di Cyber Security a 360 gradi per le aziende facendo ruotare il proprio lavoro attorno ad un SOC, un SECURITY OPERATION CENTER, avanguardisticoincrocio tra lavoro umano e intelligenza artificiale. Per quanto riguarda la parte umana, si fa riferimento al lavoro di analisti distribuiti su 3 livelli: un primo livello di tecnici dedicati all’analisi  preventiva degli eventi che possono colpire un’azienda, un secondo livello degli esperti che valutano il rischio e i danni subiti dall’azienda dopo il verificarsi di una cristi e il terzo livello costituito da operativi con mansioni più verticali. La seconda parte del SOC è costruita invece da software necessari ad analizzare e studiare i pericoli a cui vanno incontro le aziende in modo da offrire le soluzioni migliori di difesa e di risoluzione dei problemi.

Le due parti si combinano insieme per dare il maggior supporto possibile alle aziende sia nella fase di detection che in quella di remediation, fino alla prevenzione dei problemi futuri.

“Non tutte le aziende chiedono il nostro aiuto in ogni fase”, dichiara Enrico Orlandi, CEO di HWG. “C’è chi ci chiede solo di identificare la soluzione del problema come la necessità di chiudere un firewall o di eliminare un pc infetto, per poi pensare in autonomia alla risoluzione della crisi, oppure c’è chi ci affida la totale gestione dell’incident management ovvero la gestione totale della crisi, dall’individuazione fino alla rimozione del problema. In ogni caso siamo in grado di fornire alle aziende sempre il tassello che manca alle aziende per essere davvero protette al 100%”.

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Enrico Orlandi, CEO di HWG

I servizi diventano poi fondamentali per quelle aziende che possiedono una MISSION CRITICAL ovvero tutte quelle realtà economiche che per definizione non posso fermarsi o che contengono nei propri database dei dati molto sensibili, come i sistemi di pagamento di una banca.

“Abbiamo iniziato nel 2009 con aziende italiane soprattutto nel settore finance  e poi, per una serie di combinazioni, nel 2011 abbiamo iniziato a lavorare per un’azienda americana che erogava servizi di pagamento per le banche centrali: oggi lavoriamo per alcune banche centrali in tutto per il mondo – prosegue Orlandi –  Abbiamo lavorato tanto in Europa con la GDPR, soprattutto con aziende grandi che avevano già un Security Manager. La mancanza di attenzione a questo tema a volte è più una mancanza di percezione del rischio,  perché anche le aziende grandi si sono adeguate più su spinta della legge che per una reale comprensione del problema”.

“Questo della GDPR è però solo uno dei settori in cui lavoriamo ovvero quella della compliancy – conclude il CEO – Ci occupiamo infatti soprattutto di  nostri clienti effettivamente preoccupati dalla possibilità che le loro linee di produzione si fermino, ad esempio tramite un ransomware è capitato che venissero criptati i dati di un’azienda e la chiave venisse ceduta solo dopo riscatto. Un danno enorme per un’azienda”.

HWG ha ora un team di 25 professionisti in Italia, ma ha da poco aperto una sede a Singapore per sviluppare il mercato anche nel sudest asiatico. Il prossimo obiettivo è quello di estenderei anche nell’area del golfo.

Per maggiori informazioni: https://www.hwg.it

Matteo Nardi

Esperto di nuove tecnologie e appassionato di LEGO, Funko e serie TV

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